Vasilij Vasil’evič Kandinskij, noto anche con la forma germanizzata di Wassily Kandinsky, è stato il pittore che ha precorso e fondato, se così si può dire, la pittura astratta.
Nato a Mosca, l’infanzia di Kandinsky si divise tra Monaco di Baviera e Odessa dove, ospite a casa di una zia, iniziò ad apprendere i primi rudimenti del disegno. Dopo essersi laureato in legge a Mosca, nel 1896 fece ritorno ancora una volta a Monaco di Baviera, dove si iscrisse alla Akademie der Bildenden Künste e dove tenne, a sua volta, dei corsi di pittura con l’obiettivo di introdurre le avanguardie francesi in un ambiente artistico votato principalmente allo Jugendstil.
Le opere che Kandinsky realizzò in questi anni si distinsero per un carattere ancora del tutto figurativo: paesaggi, temi fantastici derivanti dalla tradizione popolare russa o dalle leggende del medioevo tedesco. Nel 1902 espose per la prima volta con La Secessione di Berlino, due anni più tardi invece fu al Salon d’Automne di Parigi.
Risale al 1910 il primo acquerello astratto, oggi al Centre Georges Pompidou, vero punto di non ritorno perché da questo momento l’artista decise di abbandonare definitivamente la pittura figurativa. L’anno successivo fu la volta di IV Composizione, un’opera astratta conservata alla Tate Modern di Londra, e Impressione III: Concerto, opera che, come suggerisce il titolo, gli era stata ispirata da un concerto di Arnold Shönberg e che oggi è conservata alla Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco di Baviera. Tendenzialmente, si è soliti affrontare la pittura astratta di Kandinsky, sottolineando l’evidente rapporto che essa ha con la musica, prendendo in esame opere che sono state raccolte sotto tra gruppi di titoli: Impressioni, Improvvisazioni e Composizioni. I primi sono quadri in cui, in qualche modo, è rimasto un segno, un’impressione riconoscibile, della natura e delle forme esteriori. Le Improvvisazioni sono invece opere realizzate di getto dall’intima creatività dell’artista. Le Composizioni, infine, sono realizzate dopo aver studiato, in modo cosciente, il modo in cui articolare l’opera.
Nel 1912, insieme al collega Franz Marc, Kandinsky pose le basi per il Blaue Reiter, pubblicando l’almanacco del movimento e inaugurando quello stesso anno la prima mostra del gruppo alla Galleria Thannhauser di Monaco di Baviera. Sempre nel 1912, Kandinsky pubblicò Lo spirituale nell’arte, testo filosofico fondamentale la cui teorizzazione, relativa al rapporto tra forma e colore, richiama quelle che erano le opere che l’artista stava dipingendo in quegli anni.
Le mostre proseguirono: prima alla Galleria Hans Goltz, in Russia, e poi nella Galleria Der Sturm di Berlino, dove per l’artista fu organizzata una personale. Nel 1913, quando Kandinsky dipinse Linee Nere, compì un passo successivo, questa volta infatti non fu più possibile parlare di astrazione partendo da un soggetto ben identificato, al contrario è la linea stessa ad assumere tanta autonomia da diventare soggetto astratto dell’opera. Lo stesso anno, prese parte all’Armory Show di New York, prima di fare ritorno in Russia all’alba della Prima Guerra Mondiale e dove rimarrà fino al 1921.
Tra il 1922 e il 1923 lavorò come insegnate di decorazione murale nella scuola del Bauhaus, prima a Weimar e poi a Dessau, contemporaneamente pubblicò un nuovo saggio: Punto e linea sul piano. Nel 1937, in occasione della Prima Mostra d’Arte Degenerata, organizzata a Monaco di Baviera dal regime nazista, cinquanta opere di Kandinsky furono incluse nel percorso espositivo. L’anno successivo partecipò alla mostra Abstracte Kunst allo Stedelijk Museum di Amsterdam e nel 1942, solo due anni prima della morte, dipinse la sua ultima grande tela, Tensions délicates.
Fino a questo punto si è taciuto dell’attività di ricerca teatrale che Kandinsky portò avanti nel corso della sua vita, realizzando lavori in cui la forma, il suono, il colore, la luce e il movimento si compenetrano, creando una nuova opera d’arte totale. I primi lavori, in tal senso, furono Paradiesgarten e Daphnis und Chloe, del 1908-1909. Seguirono le “composizioni sceniche” del 1909-1914: Suono giallo, Suono verde, Bianco e Nero, Viola. Tuttavia, l’unica opera che Kandinsky riuscì a mettere in scena fu Quadri da un’esposizione, tratta dal poema musicale di Modest Petrovič Musorgskij, e presentato nel 1928 al Friedrich Theater di Dessau. L’opera di Musorgskij fu pensata come una visita ad un’esposizione di acquerelli del pittore e amico Viktor Aleksandrovič Hartmann, e si divide in Promenades (i movimenti del visitatore nella galleria) e Quadri (i contenuti delle opere in mostra).
Le opere di Kandinsky furono invece messe in scena da altri. Suono giallo, per esempio, fu realizzato da Jacques Polieri nel 1975, da Ian Strasfogel nel 1982, dalla compagnia Solari-Vanzi nel 1985 e da Fabrizio Crisafulli nel 2002. Viola, invece, fu portato nel 1984 da Giulio Turcato alla Biennale di Venezia e ancora, su iniziativa del Museo Sprengel e del Verein Kunst und Bühne di Hannover, fu proposto da Kirsten Winter nel 1996.