Una vita lunghissima, quella di Pierre Soulages. Sin dalla prima giovinezza, Soulages mostra interesse per l’arte romana e la preistoria e inizia a dipingere. A diciotto anni si trasferisce a Parigi con l’intenzione di essere ammesso all’ l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts, cosa che effettivamente avviene. Convinto però della mediocrità degli insegnamenti impartiti dall’istituto decide di far ritorno a Rodez, sua città natale. Tuttavia, durante il soggiorno parigino frequenta il Louvre e vede delle mostre, per lui delle vere e proprie rivelazioni, su Picasso e Cézanne.
Dopo gli anni tumultuosi della Seconda Guerra Mondiale, a partire dal 1946, Soulages inizia a dedicarsi a tempo pieno alla pittura. Si trasferisce quindi nella periferia parigina, apre un atelier a Montparnasse e inizia a realizzare lavori in cui il nero e l’astrattismo si qualificano come le caratteristiche distintive, intraprendendo così un percorso molto distante dalle opere semifigurative e in genere molto colorate del dopoguerra. A partire dal 1948 inizia a partecipare a diverse mostre a Parigi e in Europa, tra cui Französische abstrakte malerei, itinerante in diversi musei tedeschi. Nel 1949 la Galleria Lydia Conti di Parigi gli dedica una mostra personale e contemporaneamente l’artista prende parte a collettive a New York, Londra, Sao Paulo e Copenaghen. Tra il 1949 e il 1952 realizza tre scenografie teatrali e le prime acqueforti presso l’atelier Lacourière.
Le mostre proseguono durante tutto il corso degli anni Cinquanta. Soulages aderisce, infatti, alle esposizioni: Advancing french art (1951), Younger European artists (1953) al Solomon Guggenheim e The new Decade (1955) al MoMA. Espone con regolarità anche alla Kootz Gallery di New York e alla Galerie de France di Parigi. Gli anni Cinquanta segnano anche l’inizio delle prime acquisizioni delle opere di Soulages da parte di diverse istituzioni, americane e non, come ad esempio: la Phillips Gallery di Washington, il Guggenheim e il MoMA di New York, la Tate Gallery, il Museu de Arte Moderna di Rio-de Janeiro e il Musée National d’Art Moderne (oggi Centre Pompidou) di Parigi.
Negli anni Sessanta cominciano, invece, ad essere organizzate le prime retrospettive in merito all’opera dell’artista, non solo ad Hannover, Essen, Zurigo e L’Aia, ma soprattutto al Museum of Fine Arts di Houston (1966): occasione in cui Soulages espone per la prima volta le sue tele, in sospensione tra pavimento e soffitto, su cavi d’acciaio tesi. Nel 1968, inoltre, realizza con il laboratorio Mégard un muro in ceramica per un edificio a Pittsburgh.
Alla fine degli anni Settanta, Soulages espone al Centre Pompidou i suoi primi quadri monopigmento, basati sulla riflessione della luce sulla superficie del quadro, dipinta di nero. Questa nuova luce pittorica, portatrice di un forte potere emozionale, che va oltre la mera definizione ottica, viene definita dall’artista come “noir-lumière”, o ancora meglio: “outrenoir”.
Dal 1987 al 1994 realizza le 104 vetrate della chiesa abbaziale di Conques, pur continuando a dipingere opere dove ritmo, spazio e luce nascono dal contatto violento del bianco e del nero su tutta la superficie della tela, creando una nuova luce pittorica.
All’inizio degli anni Duemila, Soulages diventa il primo artista vivente invitato ad esporre al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo e poi alla Galleria Tretyakov di Mosca (2001). Affezionato alla sua città natale, l’artista accetta, con la moglie Colette, di donare alla Comunità di Greater Rodez 500 opere, tra cui l’intero corpus di incisioni (acqueforti, litografie e serigrafie), il lavoro preparatorio per le vetrate di Conques, dipinti su tela e su carta, diversi documenti, libri, fotografie, film e testimonianze della propria corrispondenza. Qualche anno più tardi, Soulages e la moglie optano per una nuova donazione alla comunità urbana di Grand Rodez: 14 dipinti che coprono il periodo dal 1946 al 1986. Una donazione che nel 2014 darà la possibilità di inaugurare il Museo Soulages di Rodez: la più grande collezione monografica di opere dell’artista. Con l’occasione viene anche aperta al pubblico la prima mostra temporanea dell’istituzione: Outrenoir en Europe, musées et fondations.
Nel 2007 il Musée Fabre di Montpellier, che il pittore aveva a lungo frequentato in gioventù, gli dedica una sala per presentare la donazione fatta dal pittore alla città. Questa donazione comprende 20 dipinti dal 1951 al 2006, tra cui grandi opere degli anni Sessanta, due grandi Outrenoir degli anni Settanta e diversi grandi polittici. In occasione del suo novantesimo compleanno, nell’ottobre 2009, il Centre Pompidou presenta la più grande retrospettiva mai dedicata a un artista vivente, con oltre 2.000 metri quadrati di spazio espositivo. Lo stesso anno, nel Salon Carré dell’ala Denon del Louvre viene esposto un dipinto dell’artista di 300 × 236 cm, datato 9 luglio 2000.
Di lì a poco è stata la volta della mostra Soulages XXIe siècle, presentata al Musée des Beaux-Arts de Lyon e poi all’Accademia di Francia a Roma. L’esposizione era costituita da un insieme di opere recenti, prodotte tra il 2000 e il 2012, alcune delle quali al tempo ancora inedite.
Nel 2016, il Museo Picasso di Antibes presenta Soulages. Papiers, mostra che raccolgie un gran numero di opere provenienti da collezioni pubbliche e private. Segue la mostra Pierre Soulages: œuvres sur papier: una presentazione, organizzata tra il 2018 e il 2019 che comprende 118 opere del Museo Soulages in situ.
Sempre nel 2019, in omaggio all’artista in occasione del suo centesimo compleanno vengono organizzati numerosi eventi in Francia e all’estero, insieme a nuove edizioni librarie, programmi radiofonici e televisivi. È questa anche l’occasione in cui vengono presentati al Louvre tre nuovi dipinti del maestro, durante una mini retrospettiva allestita sempre nel Salon Carré dell’ala Denon.
Pierre Soulages si è spento a Parigi, ultracentenario, nel 2022.