Fernand Leger

Considerato come uno dei grandi rappresentanti dell’Arte Moderna, Fernand Léger con le sue opere ha attraversato tutta la prima metà del XX secolo.
Figlio di un allevatore di bestiame normanno, Léger comincia ad avvicinarsi al mondo dell’arte iniziando a lavorare come apprendista in uno studio d’architetti a Caen. Si trasferisce diciannovenne a Parigi, dove inizia a frequentare come libero auditore i corsi di pittura dell’École des Beaux-Arts. Nel 1907 si trasferisce nel quartiere di Montparnasse, dove conosce e stringe amicizia con diversi colleghi come, ad esempio, Robert Delaunay, Marc Chagall e Blaise Cendrars. Avvicinatosi al cubismo attraverso la contemplazione delle opere di Paul Cézanne, forgia rapidamente il suo stile a margine delle sperimentazioni di Georges Braque e Pablo Picasso, realizzando opere basate su contrasti dinamici tra forme e colori. Espone al Salons d’Automne e al Salon des Indépendants e contemporaneamente partecipa al gruppo La Section d’Or.
Ritornato all’attività artistica dopo la Prima Guerra Mondiale, Léger si concentrò sui temi della città e delle macchine, vere icone del vortice della vita moderna. L’artista decise così di concentrarsi su una specie di nouveau réalisme, che pone al centro la bellezza plastica della civilizzazione industriale e dove anche la figura umana è resa nella sua riduzione alle forme geometriche elementari che la compongono.
Nel corso degli anni Venti, le molteplici collaborazioni che lo videro impegnato, gli permisero di aprirsi ad altri campi della creazione come la letteratura, lo spettacolo e l’architettura. Affascinato dal cinema, Léger lavorò con i registi Abel Gance e Marcel L’Herbier. Soprattutto, diresse Le Ballet mécanique (1924), considerato il primo film senza sceneggiatura.
Il riconoscimento internazionale dell’artista iniziò a partire dagli anni Trenta, quando numerose furono le esposizioni sia in Europa che negli Stati Uniti. Questi sono anche gli anni di una sorta di abbandono progressivo della filosofia della macchina e della vita moderna a favore dei grandi temi della tradizione pittorica. Nel 1937, prese parte all’Exposition Internationale des Arts et techniques.
All’inizio della Seconda Guerra Mondiale, Léger lasciò Parigi alla volta di New York. Il periodo americano fu particolarmente creativo. Con la serie dei Plongeurs e quella dei Cyclistes, realizzate proprio in questi anni, Léger invertì il principio del colore all’esterno, continuando così a dissociarlo dalle forme. Durante il periodo americano, che si interruppe nel 1945, Léger insegnò in California al Mills College e contemporaneamente lavorò nel suo studio invernale a New York e in quello estivo a Rouses Point. Ritrovò, infine, anche alcuni amici esiliati come il compositore Darius Milhaud e i pittori riuniti nella galleria di Pierre Matisse.
Negli ultimi anni di vita, Léger fu animato dal desiderio di realizzare opere che potessero essere fruite da chiunque. Si lanciò così in commissioni monumentali, come i progetti d’arte sacra della Cappella d’Assy o della Chiesa del Sacré-Cœur d’Audincourt. Allo stesso tempo si volse anche agli edifici pubblici, come l’Università di Caracas o il Palazzo dell’ONU a New York. Gli stessi desideri di collegialità e ottimismo ispirarono anche le serie di questi anni come La Grande Parade e la La Partie de campagne. Nel 1950, ebbe inizio anche la serie dei Constructeurs, oggetto di continui studi.
A partire dal 1949, Fernand Léger soggiornò regolarmente a Boit (Alpes-Maritimes) per lavorare, insieme all’atelier di Roland e Claude Brice, alla realizzazione di alcune sculture policrome in ceramica. Nel 1955, anno della morte, l’artista aveva acquistato un terreno nei pressi della cittadina e fu proprio qui che nel 1960 la vedova, Nadia Léger e l’assistente dell’artista, Georges Bauquier, inaugurarono il Musée National Fernand Léger. Quello di Léger è il primo museo monografico in Francia ad essere stato installato in un’architettura appositamente pensata per contenere e raccogliere l’opera di un artista. È anche il primo museo nato su iniziativa privata e operante con mezzi interamente privati. Nel 1967 Nadia Léger e Georges Bauquier donarono allo Stato l’edificio, il parco e più di 300 opere. Grazie alle successive acquisizioni, il Museo conserva oggi più di 450 opere dell’artista tra dipinti, sculture, disegni, film, scenografie teatrali, arazzi, mosaici e ceramiche. 

Bibliografia scelta

  • Van Heugten S., Boevé-Jones G., Fernand Léger and the rooftops of Paris at the Kröller-Müller Museum. Ghent: Tijdsbeeld Publishing, 2022.
  • Decron B. et Fréchuret M., Fernand Léger. La vie à bras-le-corps. Paris: Gallimard, 2022.
  • Albera F., Léger et le cinéma. Paris: Nouvelles éditions Place, 2021.
  • Guillaumin M., Fernand Léger – en piste!. Bayeux: OREP Éditions, 2021.

Bibliografia scelta

  • Van Heugten S., Boevé-Jones G., Fernand Léger and the rooftops of Paris at the Kröller-Müller Museum. Ghent: Tijdsbeeld Publishing, 2022.
  • Decron B. et Fréchuret M., Fernand Léger. La vie à bras-le-corps. Paris: Gallimard, 2022.
  • Albera F., Léger et le cinéma. Paris: Nouvelles éditions Place, 2021.
  • Guillaumin M., Fernand Léger – en piste!. Bayeux: OREP Éditions, 2021.