On Kawara

On Kawara è stato un artista concettuale giapponese. A partire dal 1951 si è dedicato da autodidatta allo studio dell’arte, realizzando soprattutto disegni di corpi nudi smembrati e di ambienti. Nel 1965 si stabilì a New York, città in cui ha portato avanti la sua ricerca, inerente soprattutto temi riguardanti lo spazio e il tempo.
In particolare, è quest’ultimo ad aver ossessionato Kawara a partire dalla metà degli anni Sessanta. Risale al 4 Gennaio 1966 l’inizio della serie Today o Date Paintings, lavoro su cui l’artista ha assiduamente continuato a impegnarsi per quasi cinque decenni. Si tratta di tele monocrome rosse, blu o grigie riportanti la data, inscritta in bianco, in cui la tela è stata realizzata. La data è riportata secondo le convenzioni linguistiche del luogo in cui Kawara ha realizzato il dipinto e pertanto, in situazioni in cui non era l’alfabeto romano il codice di riferimento, l’artista ha fatto ricorso ad altri codici, come per esempio l’esperanto. Le opere non sono realizzate secondo una cadenza regolare poiché in alcuni giorni l’artista non dipingeva, mentre in altri riusciva a terminare anche più di un’opera. Tuttavia, esse sono state create in modo meticoloso, quasi ossessivo, secondo una successione di passaggi molto rigida e che non variava mai, a tal punto che se il dipinto non era finito entro la mezzanotte del giorno corrente, l’artista lo distruggeva.  Kawara, inoltre, fabbricò una scatola di cartone per ogni Date Painting, molte delle quali riportanti un ritaglio estrapolato da un giornale locale.
La scelta delle date di Kawara non sembra seguire alcun principio generale, alcune potrebbero aver avuto un significato personale o storico, ma tuttavia essa non sembra seguire un fluire che risponde ad una determinata ratio, diversa da quella puramente cronologica. Si potrebbe dire che Today affronta ogni giorno come entità a sé stante all’interno del contesto più ampio del passaggio regolarizzato del tempo. La serie parla dell’idea che il calendario sia un costrutto umano e che le quantificazioni del tempo siano modellate dai contesti culturali e dalle esperienze personali.
Intorno agli anni Settanta, Kawara iniziò a creare opere concettuali dello stesso tipo, ma con frasi banali e apparentemente scontate, sotto forma di telegramma. Risalgono a questo periodo, infatti, le serie I went, I got up (1968-1979) e One million years-Past (1970), mentre negli anni Ottanta diede inizio a One million years-Future (1980-1998). One million years, nella sua duplice articolazione di Past e Future, si presenta come un raccoglitore di fotocopie dattiloscritte che cadenzano il tempo nel primo caso a ritroso, e nel secondo verso il futuro. Le serie sottolineano, in modo concettuale, la poca disponibilità di tempo che l’osservatore ha in questo mondo e contemporaneamente tendono ad esorcizzare l’angoscia proveniente da questa consapevolezza, presentando le date solo come dei numeri svuotati da significati terzi.
Nei 29.771 giorni che Kawara visse – così, infatti, è riportata la biografia dell’artista sul sito della Fondazione che ne preserva l’opera: One Million Years Foundation – importanti mostre a lui dedicate furono: One thousand days One million years (1993, New York, Dia Center for the Arts), Whole and parts 1964-1995 (1997-98, Lione, Rivoli, Barcellona, Tokyo), Horizontality/Verticality (2001, Colonia, Museum Ludwig). Le sue opere furono esposte alla prima Nippon Exhibition del Tokyo Metropolitan Art Museum nel 1953 e l’anno successivo alla Takemiya Gallery e alla Hibiya Gallery. La prima mostra newyorkese, invece, risale al 1967 alla Dwan Gallery. La prima personale a lui dedicata, dal significativo titolo One Million Years, itinerò nel 1971 tra Düsseldorf, Parigi e Milano. Le opere di Kawara sono state incluse in tre rassegne di Documenta (1972, 1982 e 2002), alla Biennale di Tokyo (1970), alla Biennale di Kyoto (1976) e alla Biennale di Venezia (1976). Negli anni successivi, infine, altre mostre personali furono organizzate dal Centre Pompidou, Parigi (1977), dal Moderna Museet, Stoccolma (1980), dal Museum Boymans-van Beuningen, Rotterdam (1991), dalla South London Gallery (2004) e dal Dallas Museum of Art (2008).

Bibliografia scelta

  • Kokusai Kōryū Kikin, Japan at the Venice Biennale 1952-2002. Milano: Electa, 2022.
  • Wei Rales E., Reeve A., Nemerov A. (ed.), On Kawara. Potomac, Md.: Glenstone, 2018.
  • Simoens T., Choon A., Mitchell E., Yamabe L., (ed.), On Kawara – Date Painting(s) in New York and 136 other cities. Antwerpen: Ludion, 2012.

Bibliografia scelta

  • Kokusai Kōryū Kikin, Japan at the Venice Biennale 1952-2002. Milano: Electa, 2022.
  • Wei Rales E., Reeve A., Nemerov A. (ed.), On Kawara. Potomac, Md.: Glenstone, 2018.
  • Simoens T., Choon A., Mitchell E., Yamabe L., (ed.), On Kawara – Date Painting(s) in New York and 136 other cities. Antwerpen: Ludion, 2012.